«… completa revisione della Costituzione. Era un abito perfetto quando fu indossato per la prima volta dalla nuova Repubblica, ma oggi è un abito liso e sfibrato e la Repubblica deve stare molto attenta nei suoi movimenti per non rischiare di romperlo definitivamente. È il parto dell’Assemblea Costituente avvenuto in un momento del tutto particolare nella vita della nostra nazione, ma che oggi, a cose assestate, risulta inefficiente e inadeguato. E, oltre tutto, non è più coerente con lo spirito che l’ha emanata, perché porta tuttora articoli di carattere transitorio».
Licio Gelli
«Le Costituzioni mostrano una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato con la sconfitta del fascismo. I sistemi politici nell’Europa meridionale hanno di solito le seguenti caratteristiche: esecutivo debole, stato centrale debole rispetto alle regioni, tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori, sistema di consenso basato sul clientelismo; e contemplano il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi».
JP Morgan
«Nella preparazione della Costituzione, il governo non ha alcuna ingerenza (…), nel campo del potere costituente non può avere alcuna iniziativa, neanche preparatoria. Quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti; estraneo del pari deve rimanere il governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’assemblea sovrana».
Piero Calamandrei
In questo libro Antonio Ingroia recupera fatti e personaggi degli ultimi quarant'anni di storia italiana e offre un'“originale” ricostruzione sulle ragioni e sul percorso che hanno portato alla “controriforma” Renzi-Boschi.
Un'analisi dettagliata e documentata, che parte dagli anni Settanta – da Licio Gelli e dal Piano di rinascita democratica della P2 – attraversa la Prima e la Seconda Repubblica districandosi tra vicende mafiose, misteri di Stato e ingerenze della massoneria deviata e internazionale, e arriva ai giorni nostri, a Matteo Renzi e all'egemonia delle lobby affaristico-finanziarie, in un'Europa sempre più tecnocratica.
Grazie alle sue conoscenze, frutto anche delle numerose inchieste condotte sul campo, l'ex magistrato illustra la pericolosità di un progetto che approda al referendum costituzionale venendo da un passato oscuro e lontano. Uno studio lucido e approfondito, da investigatore del diritto e della storia che coglie fili e nessi insospettabili. Ma anche la denuncia di un “partigiano della Costituzione”, che vede l'ennesimo “attacco alla nostra democrazia” e che perciò sente l'esigenza di schierarsi dalla parte della Costituzione nel ricordo degli uomini della Resistenza col cui sangue la nostra Carta dei diritti è stata scritta. Nella consapevolezza che questa è una battaglia non di parte, ma di tutti, perché la Costituzione è la casa di tutti. E che non si può rimanere agnostici, in quanto, dopo questo referendum, l’Italia non sarà più come prima. È uno spartiacque da cui dipenderà il nostro futuro: saremo cittadini attivi e sovrani o sudditi apatici?
Antonio Ingroia, oggi avvocato, giornalista e presidente del movimento politico “Azione Civile”, è stato per più di vent'anni pubblico ministero antimafia a Palermo, ove ha iniziato la propria carriera con Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e ha condotto importanti indagini su mafia e politica (Contrada, Dell’Utri, trattativa Stato-mafia, omicidio Rostagno). Collaboratore di varie riviste e quotidiani, fra cui Micromega, l'Unità e il Fatto Quotidiano, ha di recente pubblicato C'era una volta l'intercettazione (2009); Nel labirinto degli dei (2010); Palermo (2012); Io so (2012) e Vent'anni contro (con Gian Carlo Caselli, 2013).